Morcone

Il centro abitato di Morcone costituisce il polo urbano di maggiore importanza dell’area dell’Alto Tammaro, sia per la sua dimensione demografica, sia per l’estensione del suo territorio, sia, infine, per le funzioni che ha svolto nel tempo e che ancora mantiene nell’ambito di un ampio comprensorio che confina col Sannio molisano. Di origine molto lontana, era una munitissima ed estesa arx nel periodo sannitico. Di origine molto lontana, era una munitissima ed estesa arx nel periodo sannitico sulla quale fu edificato il villaggio di “Mucre”, del quale sopravvivono diversi resti come il recinto fortificato in opera poligonale (V-IV secolo a.C.) utilizzato nell’ XI sec. d.C. dai Longorbardi come basamento delle mura del castello.

Costruita sul versante molto acclive di un colle che domina la valle del Tammaro, situata in un fondamentale nodo viario dove si incrociavano le strade provenienti dalla valle beneventana, dalla valle telesina, dal Fortore, dai monti del Matese e dal Molise, contigua alla piana di Sepino e prossima ad un altro importante insediamento, quale era quello di Boiano, ebbe un notevolissimo significato strategico e commerciale. Più volte entrò, infatti, nelle cronache delle vicende belliche che interessarono l’Appennino sannita tra IX e XVI secolo. Era dotata di una poderosa rocca, interamente ricomposta in epoca normanno-sveva, che dominava l’articolata struttura urbana, costruita su terrazzamenti con apparecchiature murarie interamente in pietra calcarea, ed era difesa da una cinta muraria in cui si aprivano ben sei porte. All’interno era divisa in sette parrocchie con chiese pregevoli alcune di fondazione altomedievale come San Pietro e come S. Maria de Stampatis, altre di fondazione moderna come la collegiata di S. Bernardino. Il suo territorio di pertinenza, attraversato dal tratturo regio Pescasseroli-Candela, si giovò particolarmente, nel lungo periodo, degli scambi collegati alle attività della transumanza. Morcone sviluppò di conseguenza attività artigianali in alcuni casi di livello proto-industriale quali la tessitura e la tintura dei panni di lana. La ricca e varia gamma di modelli abitativi del suo tessuto edilizio mostra come fosse composita la società locale e mostra, altresì, la forte incidenza del ceto civile. Il centro abitato registrò un progressivo incremento demografico fino a raggiungere agli inizi del XX secolo insieme ai suoi casali circa 9000 abitanti.

Il toponimo dipende probabilmente dal latino mucro, mucronis “punta aguzza, sporgenza rocciosa”, in riferimento alla forma del monte su cui sorge l’abitato, denominato monte Mucre.