Il paese si eleva su un contrafforte che domina la valle del fiume Tammaro con il caratteristico profilo dell’arroccamento abitativo medievale. Le prime notizie dell’esistenza del centro abitato risalgono al 1138, anno in cui fu devastato da un incendio procurato dall’esercito di Ruggero II. Ma reperti archeologici di epoca sannita prima e romana poi, confermano, senza ombra di dubbio, la presenza dell’uomo in forme associative già dal V-IV secolo a.C. Analizzando la conformazione urbanistica del centro abitato si nota che doveva essere stato dotato di difese e di un fortilizio già nella prima fase normanna. Il suo processo formativo dovrebbe essere iniziato, anzi, antecedentemente con un casale di cui restano tracce in un aggregato di case dal perimetro ellittico che si trova nell’angolo sud del borgo medievale. A questo iniziale popolamento seguì la costruzione del fortilizio che mostra tutti gli elementi tipici dell’architettura militare introdotta dai normanni. Esisteva anche una piccola cappella del castello anche se quella attuale, dedicata a S. Martino, risulta consacrata dal cardinale Orsini nel 1717. La struttura si trasformò in un palazzo nel XVIII secolo assumendo la dimensione e l’articolazione che ancora possiede. L’abitato, a sua volta, si arricchì all’interno delle mura di un tessuto edilizio approssimativamente ordinato intorno ad una piazza oggi scomparsa e di un piccolo quartiere pianificato secondo un preciso schema geometrico e accostato al preesistente casale intorno al XII-XIII secolo. In epoca angioina fu costruito un ulteriore quartiere all’esterno delle mura che comprendeva anche la chiesa di S. Salvatore. Si tratta di una lottizzazione meno accurata ma, comunque, contraddistinta da allineamenti evidenti. Un più consistente sviluppo urbano e la vera trasformazione del sistema abitativo si ebbe tra XVIII e XIX secolo, quando il baricentro urbano si spostò decisamente verso il lato nordovest del castello. Si formarono in quel periodo lunghe cortine edilizie ai bordi degli spazi di mercato e delle strade che convergevano verso il vecchio borgo medievale. Si determinò così un esteso quartiere connotato da case di maggiore qualità, tra cui diverse case palazziate del ceto civile, e da due piazze scenografiche (le attuali piazza Roma e piazza Mercato). Questo rinnovamento urbanistico rimanda alle analoghe esperienze maturate nei diversi centri abitati toccati o sfiorati dal Regio Tratturo.
Il paese è dotato di altre due chiese (San Sebastiano e Madonna del Canale). La seconda è la più antica del luogo. La sua storia è legata alla leggenda del ritrovamento nel 1700 di un’immagine della Madonna dipinta su pelle e nascosta sotto una tegola, detta comunemente “canale”.Tale effigie fu donata al cardinale Orsini, arcivescovo di Benevento durante una visita pastorale. Il futuro Papa Benedetto XIII ricambiò il dono con una statua in legno della Madonna che ancora oggi si trova nella chiesa consacrata dallo stesso cardinale Orsini nel 1703.
La sua denominazione nel medioevo era Campugactarum o Campogactaro, che plausibilmente deriva da “Campo di Walthario”, nome di persona frequentemente usato presso i Longobardi. Si ritiene che al tempo degli Svevi e degli Angioini abbia goduto della protezione della Badia di S. Sofia. Nel 1350 entrò a far parte del contado di Benevento ed è per la prima volta chiamato “Castrum Campilactari” in una bolla di papa Clemente VI. La trasformazione del nome nei secoli è legata a pascoli per armenti e alla produzione di latte.