Reino è un centro abitato che si distende sul crinale di un colle il cui punto più alto raggiunge 410m,s/m. Modificato nel tempo a causa di fattori economici, calamità naturali e mutamenti di funzioni urbane conserva, tuttavia, il suo composito impianto originario formato in parte da un tessuto edilizio addensato intorno alla rupe calcarea su cui si trovano i ruderi del castello e in parte da un edilizia schierata ai bordi della strada che attraversava longitudinalmente il paese. Sono state trovate diverse testimonianze archeologiche ed epigrafiche di epoca romana. Solo in epoca medioevale le notizie sull’abitato si fanno precise e chiare. Il paese sarebbe incidentalmente citato per la prima volta nella leggenda di S.Vitaliano della fine del VII secolo. Il Santo, Vescovo di Capua, stando al racconto, avrebbe interposto la sua preghiera per ottenere la guarigione ad un infermo, del quale si tace il nome, ma non la provenienza : de castello Regino. La comunità reinese è, comunque, documentata nell’anno mille, quando gli abitanti sono menzionati nell’atto di “fondazione” dello scomparso insediamento di Fragneto Rapinella. Agli inizi del XII secolo, durante la dominazione normanna, il feudo appartiene allo stratigoto Girardus de Marchia, ricordato nelle fonti archivistiche per la donazione da lui fatta nel 1122 a favore dell’abbazia beneventana di S.Sofia della chiesa di S.Maria de Sipagno foris in finibus de castello nostro Regino , possesso, questo che rimase per vari secoli tra i beni sofiani. A questa fase appartiene il castrum con sottostante borgo di cui restano numerose tracce, oltre al piccolo quartiere sito nei pressi del fiume alla base della rupe. Dalla descrizione seicentesca del castello si può desumere che si trattasse di una fortificazione con cinta muraria dal perimetro irregolare, mastio e pochi altri ambienti. Dall’analisi dell’impianto urbano sembra emergere una sostanziale conservazione della strutturazione normanna fino ad epoca moderna. Il territorio reinese è attraversato dal Tratturo Pescasseroli-Candela che attraversa il fiume Reinello nei pressi dell’abitato.
Intorno a questo importante tracciato si forma nel tempo un sorta di sistema di servizi con varie attività, tra cui tre mulini ad acqua con canali di derivazioni, vasche di accumulo e cunette di deflusso interamente costruiti in muratura di pietra. Dall’epoca vicereale vi era, a poca distanza dalla chiesa della SS.Annunziata, la Dogana Regia e presso di essa la taverna baronale con stalla per servizio de forestieri, et de vaticali.
Il terremoto del 1688 fu certamente anche causa del crollo del castello. Dell’antica fortificazione rimangono ormai ruderi anche se di una certa rilevanza.