È un centro abitato che ha svolto a lungo la funzione di mercato per i flussi di mercanti, di locati e di pastori che transitavano per il Tratturo Regio. La sua denominazione risale al medioevo. Il centro storico si è formato a partire da un casale altomedievale, ma il territorio comunale risulta popolato fin dal periodo paleolitico. In epoca sannitica si strutturò un insediamento diffuso, secondo il sistema paganico-vicano, che si consolidò nella fase della romanizzazione dell’Appennino sannitico. Tracce della frequentazione dei sanniti e dei romani sono state rinvenute nelle contrade Campanari, Acqua fredda, Casarinelli, Colle Alto, S.Barbara e S.Pancrazio. Il casale di S.Croce ebbe risalto a partire dal periodo normanno. I due raggruppamenti di abitazioni (i casalia hominum ricordati nei cartolari monastici) che possono essere individuati nei tessuti edilizi dei vicoli Tiglio e di via Dianella, furono progressivamente incorporati nel castrum normanno comprendente l’aggregato di case posto a valle del castello. L’inclusione del primo dei due casali, con l’accrescimento edilizio circostante, all’interno di una cinta muraria che giungeva fino all’attuale palazzo Giovine, si attuò agli inizi del XII secolo. In epoca angioina si registrò un altro aumento degli abitanti con un’espansione in direzione dell’attuale via Ferraria e via Galante, dove si formò un ulteriore quartiere sulla base di una lottizzazione modulare. In tale circostanza il castello divenne residenza feudale, anche se saltuaria, mediante l’elevazione del torrione. Solo nella fase successiva, con l’avvento degli aragonesi e con l’arrivo in Santa Croce dei Del Balzo il castello fu profondamente ristrutturato dividendolo in due parti. Nella metà che si affaccia sulla valle e sul torrente fu costruito un palazzo a corte, utilizzando anche le strutture preesistenti del torrione; nell’altra metà fu realizzato un giardino pensile. Il castello ed il quartiere a valle, restarono fino al XVII secolo sostanzialmente immutati e chiusi da un circuito murario che lasciava all’esterno solo i mulini e la chiesa di S. Sebastiano (XVI secolo) e che si apriva attraverso tre porte (Porta Vecchia, Porta Nuova e Portella).
L’effetto scenografico è notevole sia per la varietà dei tipi edilizi, tra cui spiccano notevoli esempi di case palazziate dalle facciate tardo barocche o neoclassiche, sia per la presenza della piazza mercato, un vuoto urbano di notevole dimensione di forma trapezoidale con un andamento a cavea che parte dalla base dell’ex castello e si innesta profondamente nella struttura moderna di S. Croce, avendo come elemento decorativo un’armoniosa fontana monumentale a tre arcate. Questo spazio pubblico rafforzò la funzione commerciale del paese e favorì la concentrazione di popolazione. In questa parte dell’abitato non furono realizzate opere pubbliche. La chiesa, infatti, dalla bella facciata in conci di pietra squadrata dal profilo di coronamento concavo-convesso di stile tardo barocco, fu realizzata nel borgo medievale. Nel XIXI secolo ci fu un ulteriore espansione urbana, ai limiti del quartiere settecentesco, ma con edilizia molto meno curata e con impianto seriale privo delle qualità urbanistiche dell’esempio appena descritto. Nel novecento S.Croce non ha avuto alterazioni sensibili del suo centro storico ed anche l’espansione contemporanea (frammentaria e contenuta) non ha annullato la preminenza del valore connotativi dell’impianto urbano medievale e soprattutto settecentesco.
L’attuale denominazione deriva dalla chiesa dedicata alla Santa Croce, oggi Chiesa di Santa Croce e convento francescano, che risale al VII sec. d.c., la quale sovrasta imponente il centro abitato.